Macchia III

Gilberto Zorio

1968

gomma nera, corda
 gomma

120 x 126 x 7 cm,
corda dimensioni
variabili

Collezione Margherita Stein.
Proprietà Fondazione per l’Arte
Moderna e Contemporanea CRT,
in comodato presso Castello di
Rivoli Museo d’Arte Contemporanea,
Rivoli – Torino, GAM – Galleria
Civica d’Arte Moderna e
Contemporanea, Torino, 2001

 

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1968
  • 1968
       

    1968 - Allestimento di opere

    Allestimento di opere, Torino, Deposito d’arte presente, 1968 (Macchia)

    Torino, Archivio Fotografico della Fondazione Torino Musei. Foto Paolo Bressano, Torino

  • 1968
      Sep 20

    1968 Sep 20 - Prospect ’68

    Prospect ’68, Düsseldorf, Städtische Kunsthalle, 20-29 settembre 1968 (stand Galerie Ileana Sonnabend, Parigi e Galleria Gian Enzo Sperone, Torino; Macchia)

    Foto Walter Klein, Düsseldorf

  • 1969
      Jan 23

    1969 Jan 23 - Gilberto Zorio

    Gilberto Zorio, Parigi, Galerie Ileana Sonnabend, dal 23 gennaio 1969 (Macchia)

    Foto André Morain

  • 1969
      May 24

    1969 May 24 - Nine Young Artists. Theodoron Awards

    Nine Young Artists. Theodoron Awards, New York, The Solomon R. Guggenheim Museum, 24 maggio – 29 giugno 1969, a cura di E. Fry, D. Waldman (Macchia II)

  • 1985
      Jan 20

    1985 Jan 20 - Gilberto Zorio. Opere 1967-1984

    Gilberto Zorio. Opere 1967-1984, Modena, Galleria Civica, Palazzina dei Giardini, 20 gennaio – 5 marzo 1985, a cura di P.G. Castagnoli (Macchia III)

    Foto Vincenzo Negro, Modena

  • 1985
      Jan 20

    1985 Jan 20 - Intervista inedita

    Grenier, Intervista inedita, Torino, 1984, in Gilberto Zorio, catalogo della mostra (Modena, Galleria Civica, Palazzina dei Giardini, 20 gennaio – 5 marzo 1985), Panini, Modena 1985, p. 104

    Inoltre dinamismo nelle forme: triangoli, coni, ogiva del giavellotto; dinamizzazione delle forme inerti. LA MACCHIA, 1968. Una macchia di gomma liquida viene sparsa a terra secondo dei cerchi concentrici che in seguito verranno sospesi: la macchia diventa attiva, perde la sua base e segnerà il cielo, lo spazio, l’immaginazione.

  • 1985
      Jan 20

    1985 Jan 20 - Frammenti per una introduzione

    David, Gilberto Zorio. Frammenti per una introduzione, in Gilberto Zorio, catalogo della mostra (Modena, Galleria Civica, Palazzina dei Giardini, 20 gennaio – 5 marzo 1985), Panini, Modena 1985, p. 14

    Zorio lavora nello spazio stretto e fragile dell’apparizione del senso, come ci è mostrato dalla dinamica del senso tra opera e titolo, dagli straripamenti semantici che si configurano secondo diverse modalità che vanno dall’apertura estrema dei “Senza titolo” alla tautologia (Macchia), all’eccesso del senso (Per purificare…).

  • 1985
      Nov 6

    1985 Nov 6 - Gilberto Zorio

    Gilberto Zorio, Stoccarda, Württembergischer Kunstverein, 6 novembre – 8 dicembre 1985

  • 1986
      Apr 15

    1986 Apr 15 - Gilberto Zorio

    Gilberto Zorio, Ginevra, Centre d’Art Contemporain, 15 aprile – 30 giugno 1986

     

  • 1987
      Mar 31

    1987 Mar 31 - Gilberto Zorio

    Gilberto Zorio, Tel Aviv, The Tel Aviv Museum, Helena Rubinstein Pavilion, 31 marzo – 31 maggio 1987, a cura di N. Guralnik

     

  • 1991
      Nov 14

    1991 Nov 14 - Gilberto Zorio

    Gilberto Zorio, Valencia, IVAM – Instituto Valenciano de Arte Moderno, Centre del Carme, 14 novembre 1991 – 12 gennaio 1992, a cura di G. Celant

  • 1992
      Feb 7

    1992 Feb 7 - The “Grachten”, time, fluidity

    Bertoni, Gilberto Zorio: The “Grachten”, time, fluidity, in Gilberto Zorio, catalogo della mostra (Amsterdam, Institute of Contemporary Art, 7 febbraio – 5 aprile 1992, a cura di E. Lipschutz-Villa / Nizza, Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain, 23 ottobre 1992 – 31 gennaio 1993), a cura di G. Perlein, con M. Bruneton-Lahuna, Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain, Nizza 1992, p. 40 (rif. a Macchia II)

    Spot II brings me back to the physical course of the exhibition [Amsterdam]. Its placement, in fact, appears surprising every time it is seen, as every time it provides a different interpretation of the exhibition space. One climbs the stairs, and in the short, narrow corridor one encounters it, Spot II impends with all the energy of its corporeality, of its rough, raw matter: an inevitable sword of Damocles. The long cords are abandoned to their own weight (now they are not slender and shiny, but thick and opaque), and the work alarms even those who are unaware of certain tribal rituals (in which the initiate or the sacrificial victim stands in front of the sorcerer’s tent, in the shadow of a stretched skin suspended in mid-air and tied with lianas to the trees). It remains an area of tension, a place of transit marked by divergent forces: the rope stretches and strains and provokes the elasticity of the rubber and the idea of a tear between soft and hard, of a persistent contrast in suspension.

  • 1992
      Feb 7

    1992 Feb 7 - Gilberto Zorio

    Gilberto Zorio, Amsterdam, Institute of Contemporary Art, 7 febbraio – 5 aprile 1992, a cura di E. Lipschutz-Villa / Nizza, Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain, 23 ottobre 1992 – 31 gennaio 1993, a cura di G. Perlein, con M. Bruneton-Lahuna (Macchia II)

     

  • 1996
      Jun 1

    1996 Jun 1 - Tra acrobati

    Celant, G. Zorio, Tra acrobati, in Gilberto Zorio, catalogo della mostra (Trento, Civica Galleria di Arte Contemporanea, 1 giugno – 18 agosto 1996), a cura di D. Eccher, R. Ferrari, Hopefulmonster, Torino 1996, p. 17

    G.Z.: Quanto mi ha sempre interessato è stato […] il tentativo di sollevare la struttura, di sospenderla e collocarla in aria, al fine di occupare tutto lo spazio, compreso l’orizzonte aereo. Con Macchia, 1968, mi sono posto il problema di creare questa sorpresa, dovuta all’innalzamento della scultura e dello sguardo. Per realizzarla sono stato costretto a realizzare delle acrobazie fisiche e mentali.

    G.C.: La dialettica tra fisico e afisico, pesante e leggero, produce un’esigenza estrema, quella della circolarità, in cui la scultura si dispiega come il movimento del girare in cerchio, un movimento che va dall’interno all’esterno, dall’alto in basso, un processo senza fine che richiede certamente un’adattabilità energetica totale, vicina al massimo dell’acrobazia.

  • 1996
      Jun 1

    1996 Jun 1 - Gilberto Zorio

    Gilberto Zorio, Trento, Civica Galleria di Arte Contemporanea, 1 giugno – 18 agosto 1996, a cura di D. Eccher, R. Ferrari

  • 2000
      Sep 22

    2000 Sep 22 - Condition report

    Condition report del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea redatto da Luisa Mensi.

    Lo stato di conservazione dell’opera è definito buono.

    Si individua la presenza di ondulazioni/pieghe della gomma dovute allo scivolamento dell’opera tenuta nella cassa in posizione verticale anziché orizzontale. Piccole scaglie di gomma sono state trovate nell’imballaggio.

  • 200
      Dec 5

    200 Dec 5 - Condition report

    Condition report del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea redatto da Luisa Mensi.

    Non si evidenziano cambiamenti rispetto al momento del condition report del 22/09/00

  • 2000
      Dec 6

    2000 Dec 6 - Arte povera in collezione

    Arte povera in collezione, Rivoli, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, 6 dicembre 2000 – 25 marzo 2001, a cura di I. Gianelli, con la collaborazione di M. Beccaria, G. Verzotti

    Foto Paolo Pellion

  • 2001
      Dec 04

    2001 Dec 04 - Condition report

    Condition report del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea redatto da Luisa Mensi.

    Non si evidenziano cambiamenti rispetto al momento del condition report del 05/12/00

     

  • 2002
      June 7

    2002 June 7 - Condition report

    Condition report del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, redatto da Luisa Mensi.

    Lo stato di conservazione dell’opera è definito ottimo

  • 2002
      Aug 23

    2002 Aug 23 - Arte Povera. Art from Italy 1967-2002

    Arte Povera. Art from Italy 1967-2002, Sydney, Museum of Contemporary Art, 23 agosto – 11 novembre 2002, a cura di I. Gianelli, in collaborazione con J. Blackall, C. Christov-Bakargiev

    Foto Greg Weight

    Foto inaugurazione Katie Kaars

  • 2003
       

    2003 - Gilberto Zorio

    M. Beccaria, Gilberto Zorio, in Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. La residenza sabauda, la collezione, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino, Umberto Allemandi, Torino 2003, pp. 370-372

    Zorio ha rinnovato il linguaggio della scultura liberandola dalla fissità e dalla pesantezza a cui è tradizionalmente associata. […]

    L’idea di ascesa è anche presente in Macchia III, 1968. “Quanto mi ha sempre interessato – nota a questo proposito l’artista – è stato il tentativo di sollevare la scultura, di sospenderla e collocarla in aria, al fine di occupare tutto lo spazio, compreso l’orizzonte aereo”. L’opera è realizzata spargendo a terra, in cerchi concentrici, gomma liquida. Successivamente, la gomma viene sospesa nello spazio mediante corde la cui tensione non è mai definitiva. L’innalzamento della scultura corrisponde alla capacità dell’artista di rendere tangibile l’appartenenza dell’opera allo spazio dell’immaginazione, rinnovando continuamente la meraviglia di un incontro inaspettato.

     

  • 2004
      Jan 17

    2004 Jan 17 - L’esperienza dialettica nell’opera di Zorio

    Fiz, L’esperienza dialettica nell’opera di Zorio, in Gilberto Zorio…tra gli acidi, i marrani, le stelle…, catalogo della mostra (Firenze, Galleria Poggiali e Forconi, 17 gennaio – 30 aprile 2004), Charta, Milano 2004, p. 16

    Sin dalle prime pagine della Scienza della logica, Friedrich Hegel sottolinea come il metodo dialettico corrisponda alla caratteristica del pensiero di pensare l’essere e il nulla a partire dall’idea di movimento e, dunque, di relazione.

    In questa prospettiva l’arte di Zorio va concepita come esperienza dialettica dove gli elementi aprioristici, attraverso continue interferenze, creano una realtà del tutto inaspettata che si pone in relazione con il fantastico e con il misterico. Basti pensare a Macchia III del 1968, una sorta di disco volante sospeso nel vuoto dove il peso della scultura sembra annullarsi.

  • 2004
      Jul 3

    2004 Jul 3 - L’élémentaire, le vital, l’énergie

    L’élémentaire, le vital, l’énergie. Arte povera in Castello, Vence, Château de Villeneuve, Fondation Émile Hugues, 3 luglio – 3 ottobre 2004, a cura di Z. Mirabdolbaghi

    Foto Courtesy Château de Villeneuve, Fondation Émile Hugues, Vence

  • 2004
      Sep 9

    2004 Sep 9 - Arte Povera. Movements in Modern Art

    Lumley, Arte Povera. Movements in Modern Art, Tate Publishing, Londra 2004, p. 46

    Looking back on the change of direction taken by Arte Povera work between 1967 and 1968, Zorio remembers that “we stopped talking about language, colour and form; we talked instead about reactions, tensions, existential situations – all in parallel with life” (G. Zorio, in M. Bandini, 1972). Materials were significant in so far as they enabled him to explore these dynamics. In this light, it is interesting to look more closely at his use of two distinct types of material: rubber and chemicals. In Column, 1967, and Stain III, 1968, rubber is used in very different ways, illustrating the freedom with which Zorio utilised materials.

  • 2005
      Mar 19

    2005 Mar 19 - Arte Povera

    Arte Povera, Toyota, Toyota Municipal Museum of Art, 19 marzo – 12 giugno 2005

    Foto Courtesy Toyota Municipal Museum of Art

  • 2005
      Jul 24

    2005 Jul 24 - Gilberto Zorio

    Masoero, in Gilberto Zorio, catalogo della mostra (Darmstadt, Institut Mathildenhöhe, 24 luglio – 4 settembre 2005), a cura di K. Wolbert, Hopelfumonster, Torino 2005, pp. 49-50

    E come non leggere come un autentico, reale déplacement surrealista il suo sospendere le Sculture in alto, precariamente, minacciosamente (Macchia, 1968; Odio, 1969…), per “mettere in scacco lo sguardo tradizionale, per cogliere immagini impensabili”, per ottenere “un risultato che è sempre una sorpresa” (G. Zorio, in Tre acrobati, saggio-intervista di Germano Celant e Gilberto Zorio, in Gilberto Zorio, catalogo della mostra (Trento, Civica Galleria di Arte Contemporanea, 1 giugno – 18 agosto 1996, a cura di D. Eccher e R. Ferrari), Hopefulmonster, Torino 1996, pp. 21, 25).

  • 2009
      Oct 15

    2009 Oct 15 - Gilberto Zorio

    Gilberto Zorio, Bologna, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 15 ottobre 2009 – 7 febbraio 2010 / Santiago de Compostela, CGAC – Centro Galego de Arte Contemporánea, 16 aprile – 27 giugno 2010, a cura di G. Maraniello

    Foto Michele Alberto Sereni

  • 2009
       

    2009 - Le “Torri Stella”

    Celant, Le “Torri Stella”, in G. Celant, Torri Stella/Star Towers, Skira, Milano 2009, p. 12

    L’intento di andare oltre presuppone l’attraversamento per cui l’artista procede, sin dall’inizio, per trascendere le forme impallidite della messa in mostra dell’oggetto. Si arrampica sui muri e sui soffitti per superare la gravità e il peso della scultura tradizionale, ancorata a muro o a pavimento, e piega la materia alla situazione architettonica. Solleva l’oggetto, Macchia, 1968, di gomma e corde, e lo fa viaggiare nel vuoto dell’ambiente espositivo: disgrega lo schema del vedere e del guardare spostandolo in alto e rendendolo instabile.

  • 2009
       

    2009 - Gilberto Zorio in conversazione con Germano Celant

    Zorio, in Gilberto Zorio in conversazione con Germano Celant, in G. Celant, Torri Stella/Star Towers, Skira, Milano 2009, pp. 32, 34, 36

    Riguardo al peso del materiale si può dire che le materie da me usate si possono definire “non idonee” a una mentalità, quella a misura classica che ha cancellato i colori e ha evidenziato il bianco, la purezza, la severità, mentre nell’arte classica la scultura era dipinta. Ho cercato, usando questi materiali pesanti e ottusi come il cemento armato, il piombo…, di dare forma al massimo peso e contemporaneamente operare al massimo della leggerezza, come nella Macchia. Se la materia ha un peso, mi intriga evidenziare il significato fisico e spaziale interrogandolo: penso a cinque chili, che possono essere cinque chili di una valigia, i cinque chili di una nuvola, i cinque chili d’acqua… Sono relativi, entrano in un’altra immagine-contesto […].

    Quando, nel 1969, la Macchia fu esposta al Solomon R. Guggenheim Museum di New York ho constatato che lo spazio reale mi permetteva maggiori movimenti del previsto: è bastato allungare le corde per agganciarmi ai muri più lontani, i movimenti potevano essere molto semplici perché la parte centrale dell’opera non era grande… una piccola gomma volante […]. Nel 1968 in pochi mesi ho realizzato i Piombi, la Macchia e le Luci ed è avvenuto lo spostamento da un territorio a terra a un territorio aereo.

  • 2010
       

    2010 - Gilberto Zorio

    M. Beccaria, Gilberto Zorio, in M. Beccaria, E. Volpato (a cura di), Dieci anni e oltre. La collezione della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT per Torino e il Piemonte, Archive Books, Berlino 2010, p. 484

    Interessato al tentativo di sollevare la scultura per occupare lo spazio aereo, l’artista realizza Macchia III, 1968, forma duttile ottenuta da gomma liquida versata su un intreccio di corde poi utilizzate quali tensori.

     

  • 2010
       

    2010 - Conversazione con Gilberto Zorio

    G. Zorio, in L. Conte, Conversazione con Gilberto Zorio, in “Quaderni di Scultura Contemporanea”, n. 9, 2010, p. 32

    Macchia è un’opera che si relaziona allo spazio attraverso se stessa. È costituita da una macchia di gomma di caucciù sospesa orizzontalmente da otto corde tese a mo’ di ragnatela, che non hanno punti di riferimento, e si aggrappano al primo muro che trovano. Questo lavoro di grandissima semplicità è per me importantissimo, perché mi ha aiutato a svincolarmi dagli spazi precostituiti.

     

  • 2011
      May 14

    2011 May 14 - Condition report

    Condition report del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea redatto da Luisa Mensi e sottoscritto da A. Korotkova, MAMM – Multimedia Art Museum Moscow.

    Non si evidenziano cambiamenti rispetto al momento del condition report del 07/06/02

  • 2011
      May 16

    2011 May 16 - Arte Povera in Moscow

    Arte Povera in Moscow. Works from the collection of the Castello di Rivoli, Mosca, MAMM – Multimedia Art Museum Moscow, 16 maggio – 9 luglio 2011, a cura di E. Geuna, B. Merz

    Foto Courtesy MAMM – Multimedia Art Museum Moscow

  • 2011
      Jul 11

    2011 Jul 11 - Condition report

    Condition report del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea redatto da Luisa Mensi e sottoscritto da A. Korotkova, MAMM – Multimedia Art Museum Moscow.

    Non si evidenziano cambiamenti rispetto al momento del condition report del 14/05/11

  • 2011
      Oct 8

    2011 Oct 8 - Arte Povera International

    Arte Povera International, Rivoli-Torino, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, 8 ottobre 2011 – 19 febbraio 2012, a cura di G. Celant, B. Merz

    Foto Paolo Pellion

  • 2016
       

    2016 - Allestimento della collezione permanente

    Allestimento sala personale della collezione permanente, Rivoli-Torino, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, 2016

     

    Foto Renato Ghiazza

  • 2017
      Nov 2

    2017 Nov 2 - Gilberto Zorio

    Gilberto Zorio, Rivoli-Torino, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, 2 novembre 2017 – 18 febbraio 2018 (prolungata al 6 marzo 2018), a cura di M. Beccaria

          

     

    Foto Antonio Maniscalco

  • 2017
      Nov 2

    2017 Nov 2 - Macchia III

    s.n., Macchia III, in Gilberto Zorio, catalogo della mostra (Rivoli-Torino, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, 2 novembre 2017 – 18 febbraio 2018, prolungata al 6 marzo 2018), a cura di M. Beccaria, Skira, Milano 2017, p. 135

    Zorio è sempre stato interessato alla possibilità di sollevare la scultura, paragonandola ad un acrobata capace di sfidare la gravità. Macchia III è tra le prime opere realizzate nell’ambito di questa ricerca. Il lavoro è stato eseguito spargendo con andamento vagamente circolare gomma liquida su un intreccio di lunghe corde di canapa disposte a terra. Ogni volta che lo installa, Zorio sospende l’insieme nello spazio espositivo modulandone la disposizione in base al luogo. Animando lo spazio aereo, il lavoro sposta lo sguardo perché la macchia da terra è salita in aria. Una prima versione dell’opera è stata presentata a Prospect ’68 presso la Städtisches Kunsthalle di Düsseldorf nel 1968.

  • 2018
      May 17

    2018 May 17 - Arte Povera: una rivoluzione creativa

    Arte Povera: una rivoluzione creativa, San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage, 17 maggio – 16 agosto 2018, a cura di C. Christov-Bakargiev, D. Ozerkov

     

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2018